Outlook economico
La Banca Centrale stima che nel 2015 il PIL cileno crescerà del 2,25% - 3,25%, dato inferiore rispetto a quello comunicato nel marzo scorso, che prevedeva un incremento compreso tra il 2,5% e il 3,5%. La diminuzione di 25 punti base è attribuibile al minor dinamismo che ha mostrato l’economia cilena nel secondo trimestre, all’abbassamento delle aspettative di imprese e consumatori, nonché al rallentamento del settore minerario, dovuto, tra le altre cose, ai danni provocati dagli alluvioni che hanno colpito recentemente il nord del Paese. In un tale scenario, la Banca Centrale ritiene che l’economia potrebbe riprendere a crescere in modo più sostenuto qualora vi fosse una ripresa della fiducia da parte degli operatori economici nazionali e un miglioramento della congiuntura internazionale. Riguardo a quest’ultimo punto, le prospettive di un rallentamento del PIL cinese potrebbero influire negativamente sulla crescita dell’economia nazionale, dal momento che Pechino è il primo acquirente di rame cileno. Per quanto riguarda gli investimenti, nel corso dei primi tre mesi di quest’anno si è registrata una lieve diminuzione rispetto all’ultimo trimestre del 2014 (-1,7%), attribuibile principalmente alla diminuzione degli acquisti di macchinari e attrezzature. La domanda interna è cresciuta dell’1,3% nel primo trimestre del 2015 e dovrebbe espandersi del 2,6% su base annua, risultato migliore rispetto a quello del 2014 (-0,6%) ma ancora lontano da quello del 2013 (+3,7%).
L’Italia e il Cile sono due Paesi lontani geograficamente ma vicini per molti aspetti, non solo per le intense e sinergiche relazioni economico-commerciali ma anche per le affinità culturali, le sintonie politiche e la presenza di un’importante collettività italiana, ben inserita nel Paese.
I due sistemi economici sono complementari: il Cile esporta “commodities”, tra cui alcune strategiche per l’economia italiana (rame e cellulosa), l’Italia esporta macchinari ad alto valore aggiunto, necessari per i processi estrattivi e produttivi cileni. La garanzia di stabilità politica, la certezza del diritto, la tutela degli investitori sono elementi fondanti l’eccellente reputazione cilena, non solo nel contesto latinoamericano, diffusa tra gli investitori stranieri. L’entrata a pieno titolo nell’OCSE nel 2010 ratifica gli sforzi compiuti dal Paese negli ultimi 25 anni. Sul piano degli scambi commerciali la posizione italiana come partner di Santiago si conferma di assoluta rilevanza. Nel 2014 l’Italia è stata il secondo partner commerciale del Cile tra i Paesi UE nonché l’undicesimo a livello globale. Nel settore delle costruzioni e concessioni sono particolarmente attivi Astaldi e il gruppo Autostrade. La prima, impegnata da alcuni anni nella realizzazione di opere per l’azienda mineraria di stato, CODELCO, ha vinto lo scorso anno la gara per l’edificazione e gestione per 25 anni dell’ospedale “Felix Bulnes” e si è aggiudicata di recente, in consorzio partner transalpini i lavori di ampliamento e la concessione dell’aeroporto di Santiago, confermando le grandi potenzialità per le imprese italiane. La seconda, detiene il pacchetto di maggioranza della società Costanera, sorta a seguito della costruzione dell’autostrada urbana Costanera Norte, principale arteria della Capitale.