CINA

Accesso al credito

Struttura del sistema. Il settore è dominato da 4 grandi banche pubbliche (SCB): la Industrial and Commercial Bank of China (ICBC), la Bank of China (BoC), la China Construction Bank (CCB) e la Agricultural Bank of China (ABC), che detengono circa il 60% dell’attivo totale. I mercati finanziari non sono ancora molto sviluppati, così che il settore bancario assume proporzioni rilevanti ed ha ruolo dominante nell’intermediazione finanziaria. Per quanto riguarda le banche minori, le riforme attuate dalle autorità hanno riguardato la ricapitalizzazione, il cambiamento della struttura proprietaria, l’entrata di investitori istituzionali e la quotazione nei mercati dei capitali domestici e internazionali.

Performance. L’esposizione del sistema bancario nei confronti degli enti locali e governativi e verso il settore del real estate si è rapidamente accresciuta, aumentando le preoccupazioni per un deterioramento del merito creditizio delle entità debitrici. A partire da gennaio 2010, gli interventi adottati dalla Banca Centrale hanno puntato a drenare l’eccesso di credito nel sistema e a ridurre il rischio di pressioni speculative nel mercato dei titoli, oltre a quello di una bolla nel mercato immobiliare. Il rallentamento del credito bancario ha colpito soprattutto le piccole e medie imprese che si sono rivolte a canali creditizi secondari e informali (c.d. grey lending). Il rallentamento della crescita e la minore inflazione negli ultimi mesi ha portato la Peoplès Bank of China ad allentare la stretta monetaria tramite la riduzione del coeffciente di riserva obbligatoria per le banche commerciali e il duplice taglio dei tassi di interesse (lending rate pari al 6%). Il target della politica monetaria non sarà più quindi la lotta all’inflazione ma il sostegno e la stabilizzazione della crescita economica.

Mercato azionario. Una delle caratteristiche del mercato azionario cinese è l’elevata segmentazione e l’esistenza di alcune restrizioni sulle contrattazioni. Si è proceduto ad una riforma del sistema finanziario che ha determinato una maggiore apertura e riduzione delle restrizioni, con l’obiettivo di migliorarne la performance.

Outlook economico

Il 2014 si è rivelato un anno positivo, soprattutto considerando un contesto economico globale complicato. La ricerca di un atterraggio leggero per l’economia è stata una delle principali priorità della leadership cinese negli ultimi tre anni, e nel 2014 l’economia del paese ha mostrato un raffreddamento della crescita economica dal 7,7% al 7,4%, il tasso più basso in 24 anni, con un PIL pari a 63.646,27 miliardi di Rmb, mancando di poco il target del 7,5% posto dal Dodicesimo piano quinquennale. Il valore aggiunto del settore primario è stato di 5,83 mila miliardi di Rmb (+4,1%), quello del settore industriale di 27,14 mila miliardi (7,3%) mentre il terziario ha visto una crescita dell’8,1% a 30,67 mila miliardi. Ciò dimostra che il settore dei servizi e dei servizi avanzati oltre a rappresentare la quota principale del PIL cinese è anche il suo principale motore.

Moderato ottimismo riguardo allo stato di salute complessivo dell’economia cinese nel 2015. Il Governo affronterà sfide provenienti sia da un’economia globale relativamente debole, sia dall’economia domestica che presenta a sua volta sfide ulteriori, in particolare la sovracapacità in alcuni settori ed un ambiente economico reso instabile dalle pur positive riforme messe in atto dal Governo per garantire la sostenibilità del sistema nel medio-lungo termine. Si ritiene che il Governo cinese abbia l’esperienza e la volontà politica per gestire in maniera competente l’andamento economico del paese.

Secondo alcune analisi, si ritiene che l’economia cinese continuerà a crescere nel 2015 intorno al 7%. Tuttavia, tale sviluppo potrà variare fortemente in base al settore industriale. I costi continueranno a crescere, e, con la transizione verso un modello più sostenibile di crescita e la ristrutturazione dell’economia, la Cina potrebbe rallentare la sua corsa in maniera sostanziale nel breve termine, mentre le riforme annunciate durante il Terzo Plenum potranno fungere da traino per un’economia sempre più sostenibile nel medio lungo periodo.

Gli investimenti stranieri rimarranno elevati, con le multinazionali che accresceranno gli sforzi per raggiungere il sempre più strategico mercato locale, che sarà interessato da minori barriere all’ingresso. Si stima che le esportazioni cresceranno nel 2015, ancora al di sotto del target del 6%, nonostante la diversificazione in atto dei propri mercati di sbocco verso aree a maggiore crescita, la ripresa negli USA e la fine della recessione in Europa. Per quanto riguarda le importazioni, queste potranno crescere lentamente dopo il lieve calo del 2014.

Nell’attuale crisi globale, la Cina rappresenta una delle maggiori opportunità di crescita, poiché i consumi nelle città di seconda e terza fascia continuano a crescere. Il boom di consumi continuerà ad offrire opportunità senza precedenti e modificherà le dinamiche competitive globali di molti settori. La maggior parte delle aziende straniere sta generando profitti più elevati in Cina che nel resto del mondo. Il settore sanitario, il settore alimentare, le tecnologie pulite (acqua, rifiuti solidi, energie rinnovabili) e le infrastrutture per la mobilità, nonché il retail e la distribuzione, rappresenteranno i segmenti che mostreranno i più elevati tassi di crescita (Fonte: Informercatiesteri).

Mercato delle costruzioni

In Cina, negli ultimi dieci anni, il settore delle costruzioni è cresciuto ad un tasso annuo medio del 14%. Nonostante il rallentamento in atto, in cui le difficoltà del mercato edilizio giocano un ruolo determinante, per i prossimi 4 anni le aspettative sono di una crescita del mercato ancora sostenuta (5% annuo), con l’ammontare degli investimenti che nel 2016 potrebbe superare i 2mila miliardi (a valori 2013), praticamente la metà di quanto veniva investito in tutto il Mondo all’inizio degli anni duemila. Il mercato delle costruzioni cinese sta attualmente uscendo da un periodo particolarmente difficile (soprattutto per quanto riguarda il 2014). Il volume complessivo delle vendite anche è diminuito del 9,1% rispetto al 2013. Alla luce di ciò, il governo cinese ha deciso di semplificare le procedure per far sì che gli investitori esteri possano proficuamente investire nel mercato delle costruzioni cinese. Il settore immobiliare è stato riclassificato da “ristretto” a “consentito” nella ultima versione del “Catalogo per l’orientamento degli investimenti esteri”. Inoltre, le restrizioni sono state revocate sugli investimenti stranieri in municipalità in via di sviluppo, hotel di lusso, uffici, centri espositivi internazionali e sulla costruzione e la gestione di grandi parchi a tema. Oltre alle sopracitate misure nel 2015, il MoHURD (Ministry of Housing and Urban-Rural Development) ha approvato il “Green Building Evaluation Standard” al fine di standardizzare le regole del mercato e introdurre normative che favoriscano la competitività e l’ingresso di aziende straniere nel settore degli edifici ecosostenibili, nonché promuovere la filiera e l’innovazione tecnica. Questa serie di riforme aumenterà in maniera esponenziale la costruzione di edifici sostenibili innovativi nel paese.

Analisi SWOT

Key players

Azienda Attività Stato/città Fatturato Dipendenti Website
China State Construction Engineering Corporation (CSCEC) È suddivisa in cinque divisioni principali e dodici aree di core business, tra le quali anche Istituti di Design e un laboratorio di ricerca. Pechino 845.32bn CNY >200k http://www.cscec.com.cn http://english.cscec.com/index.html
Anhui Construction Engineering Group (ACEG) Tra le sue attività principali vi sono: la costruzione di infrastrutture, attraverso una ricerca scientifica e tutela dell’ambiente. Anhui 520million CNY http://www.aceg.com.cn/english/index.jsp
Shanghai Construction Group Co. Ltd Uno dei più grandi gruppi con sede a Shanghai Shanghai 120.96bn CNY 28.000 http://www.scg.com.cn/en/index.html
Guangsha Construction Group Co., Ltd Ѐ una delle cinque principali imprese nella provincia di Zhejian Hangzhou 120.000 http://www.guangshajs.com/eabout/index.asp

Focus tecnologico

La nuova urbanizzazione in Cina

Il Governo cinese ha confermato la volontà di perseguire un maxi piano per l’urbanizzazione che in circa venti anni dovrebbe portare 350 milioni di persone a spostarsi dalle campagne alle città. Lo scopo è di far crescere i centri urbani con una popolazione inferiore ai due milioni di abitanti e contenere l’ulteriore crescita delle metropoli della costa dove la densità abitativa ha raggiunto livelli già elevati.

Obiettivo del Paese è il raggiungimento di un tasso di urbanizzazione della popolazione del 70% per il 2030 (nel censimento del 2010 per la prima volta il numero dei residenti urbani ha superato quello delle campagne).

Tale impostazione avrà conseguenze rilevanti sulle modalità di attribuzione dell’ambito status di cittadino urbano: tale status, infatti, potrà essere assegnato alla popolazione agricola di un cluster senza che essa debba necessariamente emigrare, con implicazioni sul welfare e sulla configurazione dei poteri territoriali dell’area interessata. Lo scopo è quello di porre le basi per superare la dicotomia storica tra società urbana e rurale. Alla fine del processo di inurbamento, gli interessati cambieranno la denominazione formale di “contadini’ con quella di “cittadini”, mentre nel paese sorgeranno altri 221 centri urbani con oltre un milione di abitanti.

La necessità di equiparare le figure professionali dei due tipi di “hukou” (diritto di residenza) produrrà un trasferimento di servizi e attività lavorative anche ad alto contenuto tecnologico nelle aree rurali (nuove zone industriali/artigianali), generando il lavoro in loco, condizione primaria per mantenervi la popolazione. Da questa iniezione di tecnologia e risorse finanziarie anche l’agricoltura trarrà beneficio per effetto del “clustering”, potenziando la produttività e migliorando la sostenibilità ambientale (ne è evidenza la ricerca di modelli economici diversi da inserire in ambito rurale, quale l’avvio di distretti a vocazione agrituristica). Nell’intento del decision making cinese la politica di urbanizzazione costituisce la premessa per nuovi impulsi alla crescita economica.

Il nuovo urban push rappresenta dunque una preziosa opportunità economica per le aziende cinesi e quelle straniere, ed italiane in specie. La Cina dovrà costruire 170 nuovi sistemi di trasporto di massa, 5 miliardi di mq di strade e 28.000 Km di metropolitana, con un valore di investimenti di circa 5mila miliardi di euro. I settori industriali coinvolti in tale scenario dovranno tener conto delle esigenze di eco sostenibilità. Alcuni aspetti della partnership avviata tra Cina e Unione Europea sono stati già affrontati con iniziative di urbanistica sostenibile, risparmio energetico, trasporto e mobilità, economia industriale urbana e tutela del patrimonio storico e artistico. Nelle debite proporzioni, l’organizzazione dei nostri distretti e la valorizzazione del territorio costituiscono punti di forza dell’Italia industriale, che coniugano sviluppo sostenibile e coesione territoriali.

In tale ambito, dove la politica di urbanizzazione costituisce la premessa per nuovi impulsi alla crescita economica, l’Ambasciata d’Italia nella Repubblica popolare Cinese, d’intesa con il Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministero degli Affari Esteri, ha evidenziato la possibilità di avanzare l’offerta di un esempio di urbanizzazione, attraverso un progetto-pilota, comprendente tutti i settori della progettazione sostenibile, in grado di coniugare i servizi urbani di ultima generazione, con il know-how e il design italiano.

Zona di Sviluppo Economico e Tecnologico dello Zhenjiang (ZETDZ)

La Zona di Sviluppo Economico e Tecnologico dello Zhenjiang (ZEDTZ) intende sviluppare nella sua nuova area economica e commerciale iniziative industriali relative al settore energetico, edile e di valorizzazione del territorio. In particolare la Municipalità cinese si sta impegnando per la realizzazione di un nuovo polo abitativo-logistico in grado di coniugare al suo interno le seguenti caratteristiche:

Gestione territoriale e del disegno urbano

  • Utilizzo delle risorse naturali offerte dal suolo
  • Integrazione urbana e paesaggistica
  • Materiali, sistemi e tecnologie di costruzione
  • Edificazione sostenibile
Mobilità e trasporti
  • Sviluppo di nuovi territori urbanizzabili, a partire da nodi di comunicazione e mobilità.
  • Mobilità ed accessibilità
  • Sviluppo green mobility
  • Riduzione emissioni CO2
Gestione risorse rinnovabili ed impronta ecologica
  • Diminuzione della domanda di energia
  • Autosufficienza energetica
  • Gestione sostenibile dell’acqua
  • Gestione sostenibile dei rifiuti
  • Qualità ambientale
Coesione economica e sociale
  • Creazione nuove attività economiche
  • Miglioramento qualità della vita dell’individuo
  • Attività di formazione
  • Incremento del turismo

La collaborazione italiana

Il progetto, che prevede molteplici linee di sviluppo del territorio, vede in prima linea una cooperazione bilaterale sino-italiana volta allo sviluppo di Zhenjiang, che coniughi la sostenibilità ambientale e la sicurezza alimentare. Zhenjiang ha riconosciuto nelle imprese italiane delle controparti in grado di instaurare un dialogo di lungo periodo, volto a sviluppare i seguenti macro settori di interesse:

  1. Nuove tecniche di gestione integrata della zootecnia e della sua valorizzazione energetica
  2. Tecnologie legate al cleantech (bonifica acqua, aria e suolo, fonti rinnovabili ecc.)
  3. Polo logistico per la gestione di prodotti italiani
  4. Riordino urbano sostenibile

Ruolo ZETDZ

ZEDTZ avrà il compito di investire nelle infrastrutture coinvolgendo le società italiane in relazione al progetto, ai materiali, alle attrezzature, alla fornitura di servizi, ed anche offrendo il necessario sostegno alle imprese, fornendo loro vantaggi commerciali e di investimento. Avrà altresì il compito di organizzare e attivare società, istituzioni e investitori a collaborare in progetti di investimento secondo principi di parità e di reciproco vantaggio. Inoltre, ZEDTZ progetterà ed elaborerà meccanismi per facilitare ed incentivare le imprese italiane nel fornire servizi, attrezzature ed essere coinvolte negli investimenti di sviluppo promossi dal Governo e/o delle società locali relative al Progetto.

Le opportunità per STRESS

In questo contesto si segnala come, al fine di implementare il progetto del polo sino-italiano, i consorziati STRESS possono contribuire con le seguenti tecnologie

  • Tecnologie WebGis per il controllo e la mappature del territorio
  • Tecnologie WebGis per il rilevamento degli inquinanti nel suolo
  • Sistemi di efficientamento energetico
  • Edilizia ecosostenibile

Incentivi per l’internazionalizzazione

Il settore del credito cinese è dominato da 4 grandi banche pubbliche (SCB), che detengono circa il 60% dell’attivo totale:

  • Industrial and Commercial Bank of China (ICBC);
  • Bank of China (BoC);
  • China Construction Bank (CCB);
  • Agricultural Bank of China (ABC).

Il settore bancario, di proporzioni rilevanti, ha un ruolo dominante nell’intermediazione finanziaria. Per quanto riguarda le banche minori, le riforme attuate dalle autorità hanno riguardato la ricapitalizzazione, il cambiamento della struttura proprietaria, l’entrata di investitori istituzionali e la quotazione nei mercati dei capitali domestici e internazionali. A partire da gennaio 2010, gli interventi della Banca Centrale hanno puntato a ridurre il rischio di pressioni speculative nel mercato dei titoli drenando l’eccesso di credito nel sistema. Lo stallo del credito bancario ha colpito soprattutto le piccole e medie imprese che si sono rivolte a canali creditizi secondari e informali (c.d. grey lending). Il conseguente rallentamento della crescita e la minore inflazione ha condotto la People’s Bank of China ad allentare la stretta monetaria tramite la riduzione del coefficiente di riserva obbligatoria per le banche commerciali e il duplice taglio dei tassi di interesse (lending rate pari al 6%). La politica monetaria, quindi, sosterrà e cercherà di stabilizzare la crescita economica.

Una delle caratteristiche del mercato azionario cinese è l’elevata segmentazione e l’esistenza di alcune restrizioni sulle contrattazioni, per questo si è proceduto a riformare il sistema finanziario e ciò ha determinato una maggiore apertura ed una riduzione delle restrizioni, con l’obiettivo di migliorarne la performance.

Per quanto riguarda il rapporto tra Italia e Cina, è stato istituito il Business Forum Italia/Cina (inaugurato dai due Capi di Governo nel giugno 2014), una piattaforma di interazione innovativa dal potenziale enorme. Esso potrà garantire un salto di qualità nella partnership economica e industriale, per cercar di superare insieme e con gradualità, le esistenti asimmetrie del rapporto bilaterale. Gli imprenditori italiani e cinesi hanno a disposizione un foro permanente, prima inesistente, che va ad affiancarsi al dialogo intergovernativo per facilitarne lo scambio d’informazioni, di conoscenze, di proposte industriali e di investimenti reciproci, ivi compresa partnership strategiche anche su mercati terzi.

La normativa fiscale cinese prevede, a determinate condizioni con il fine di attrarre investimenti esteri, molteplici e differenziati trattamenti agevolativi. Le agevolazioni vertono prevalentemente in materia di imposizione fiscale e sono:

  • Esenzione, riduzione, rimborso d’imposta (imposta sul reddito delle persone giuridiche, imposta sul valore aggiunto, imposta sul reddito delle persone fisiche, dazi doganali, imposta sul possesso degli immobili urbani, imposta sul trasferimento della proprietà immobiliare, imposta sul valore aggiunto del terreno, imposta per lo sviluppo delle infrastrutture cittadine, ecc.);
  • In materia di concessione di diritti per l’utilizzo dei terreni;
  • In materia di prestiti e sovvenzioni finanziarie.

Altre agevolazioni, invece, sono applicabili a determinati settori industriali o progetti infrastrutturali o a determinate categorie di attività. Le agevolazioni in questione sono state applicate finora con particolare riferimento alle zone in via di sviluppo economico, ai parchi Hi-tech e alle zone franche o “export processing zones” di cui l’intero Paese ormai oggi dispone. Alcune tipologie di agevolazioni possono variare a seconda delle province e, in alcuni casi, a seconda della tipologia e ammontare dell’investimento, del periodo previsto di durata dell’impresa, dell’importanza e notorietà dell’impresa stessa; infine le agevolazioni sono anche negoziabili direttamente con le autorità locali. Da rilevare, peraltro, che negli accordi fiscali della Cina stipulati con i Paesi investitori sono in genere previste clausole (oltre a quelle relative al sistema di esenzione adottato per eliminare la doppia imposizione) in base alle quali gli investitori di tali Paesi possono chiedere il credito d’imposta a fronte di un’imposta non pagata o parzialmente assolta in Cina. Pertanto, le esenzioni e riduzioni fiscali sopradette vengono assimilate nel Paese investitore ad una contribuzione effettuata per intero, considerandole cioè come prelievi fiscali realmente effettuati. La normativa relativa alle diverse zone economiche speciali, alle zone franche, alle export processing zone, relativa soprattutto a vari incentivi offerti alle imprese estere investitrici, è alquanto complessa e frammentaria. Alla stessa si sovrappongono anche altre normative, emanate a livello locale che, in alcuni casi, si presentano in rapporto quasi “concorrenziale” con la normativa a livello nazionale. Le normative relative agli incentivi in questione, concessi generalmente a particolari condizioni, verifiche amministrative, autorizzazioni varie o applicati soltanto a vantaggio di specifici progetti d’investimento, non sono sempre chiaramente formulate e si prestano ad interpretazioni diverse. Il governo cinese, comunque, ha lanciato una serie di iniziative nel corso degli ultimi anni, per attirare sempre più investimenti stranieri in ambito R&D, la maggior parte delle quali offre detrazioni fiscali ed aliquote fiscali preferenziali. Nel particolare gli incentivi a livello nazionale sono:

  • R&D super deduction: secondo la legge relativa sul reddito delle società, le aziende possono ottenere detrazioni ed esenzioni fiscali in riferimento a progetti di R&D, tra cui una “super deduzione” fino al 150% delle spese per beni immateriali, quali brevetti o marchi. Questa super deduzione è aperta a tutte le imprese, comprese quelle estere operanti nei settori della finanza, chimica, energia, costruzioni, automotive ed altri settori. Si segnala che la norma relativa all’agevolazione in oggetto subirà modifiche rilevanti a partire dal 2016, rendendo l’incentivo accessibile ad una più ampia platea di soggetti.
  • Value-added tax law (legge sull’imposta sul valore aggiunto): disposizioni relative a tale legge, forniscono esenzioni fiscali per i beni utilizzati nelle attività di ricerca scientifica e sviluppo, includendo misure provvisorie di esenzione tariffaria sulle importazioni.

Oltre agli incentivi a livello nazionale, vi sono due programmi specifici che si concentrano sulla promozione dell’innovazione sia per le imprese nazionali che straniere:

  • The High and New Technology Enterprise program (HNTE), che offre una riduzione del 15% dell’aliquota fiscale per le società rientranti nel programma, indipendentemente dal tipo di investimento della società e dalla sede. Per essere qualificati ai fini di questa misura, una società deve possedere i diritti di proprietà intellettuale della tecnologia di base utilizzata nei suoi prodotti e servizi. In generale il certificato che verrà rilasciato, sarà valido per tre anni, una volta approvato, e potrà essere rinnovato per altri tre anni.
  • Technology advanced service enterprise program (TASE), che inizialmente offriva una riduzione del 15% dell’aliquota fiscale sul reddito delle società fino al 2013 è poi stato esteso fino a dicembre 2018. Le società qualificate TASE possono anche detrarre le spese di formazione dei dipendenti fino all’8% del totale delle spese e possono ricevere esenzioni per i redditi delle attività di outsourcing. Attualmente solo le imprese operanti in una delle 21 maggiori città e municipalità possono fare domanda.

Altri programmi, come ad esempio il Strategic and Emerging Industries (SEI) programuscito nel 2010, riflettono il volere del Governo ad incentivare lo sviluppo in determinati settori.

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Eventi di interesse per il Distretto

Nome evento Data e Luogo Descrizione Link
The 21st International Building& Construction Trade fair 2016 23 - 26 marzo 2016; Shanghai Fiera dedicata al settore dell’edilizia, con particolare enfasi sui cosiddetti “materiali verdi”. http://www.chinaexhibition.com
Shanghai intelligent building 31 agosto - 2 settembre 2016; Shanghai La fiera si concentrerà su temi come la Building efficiency; smart cities e Smart homes. Fornendo un’ampia gamma di tecnologie e sistemi di gestione dell’energia. http://shanghai-intelligent-building-technology.hk.mes-sefrankfurt.com/shanghai/en/

Riassunto analisi